Il tempo della letteratura. Italianistica e oltre

Il Comitato Editoriale

Dopo il volume ‘900 e oltre. Inediti italiani di prosa contemporanea (pubblicato nel 2005 e prefato da uno saggio di Giuseppe Panella, professore ordinario di Storia della Filosofia alla Scuola Nornale Superiore di Pisa) – del quale si legge infra una parte del pieghevole illustrativo –, avendo avuto a suo tempo positivi riscontri di critica e di pubblico, l’Istituto Italiano di Cultura di Napoli intende pubblicare nelle sue Edizioni, nel primo anniversario a distanza di dieci anni, un nuovo volume collettaneo, a carattere antologicoIl tempo della letteratura. Italianistica e oltre – stavolta di saggistica breve dedicata alla Letteratura italiana – dalle origini ad oggi, anche in chiave comparatistica e interdisciplinare –, della quale aspira a dare uno specimensignificativo e di rilevante qualità scientifica per quanto concerne l’articolo breve di Italianistica. Gli autori interessati sono invitati a proporre, preferibilmente per posta elettronica, insieme ad una esauriente nota bio-bibliografica, uno o più più articoli inediti su temi di Italianistica, indicativamente della dimensione non superiore alle 6 cartelle incluse le note, che verranno esaminati dal Comitato scientifico di lettura dell’Istituto, composto da Steven Carter, Constantin Frosin, Antonio Illiano, Roberto Pasanisi, Mario Susko, Násos Vaghenás, Nguyen Van Hoan. Gli articoli dovranno essere composti secondo il modello formale delle ICI Edizioni allegato.

L’invito è rivolto tanto a studiosi riconosciuti (sia appartenenti ad istituzioni che non) quanto a scrittori, ricercatori, letterati e cultori di letteratura in genere che aspirino a far conoscere attraverso una pubblicazione qualificata (distribuita in libreria a livello nazionale da Libro Co. Italia www.libroco.it) ed in un àmbito istituzionale e non amatoriale la loro produzione scientifica sulla letteratura italiana, sottoponendo i propri testi ad un giudizio critico professionale. In caso di adesione all’iniziativa, i testi vanno inviati possibilmente entro il 31 dicembre 2016.

Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

ICI Edizioni

via Bernardo Cavallino, 89 (“la Cittadella”); 80131 Napoli (Italia)
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posta elettronica
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Direttore editoriale: Roberto Pasanisi

distribuite in libreria da

L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza;l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane).

Le ICI Edizioni Elettroniche pubblicano tre collane di libri elettronici: una di poesia (Adriana), una di narrativa (La Cittadella) ed una di saggistica (Neapolis).

Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni) è costituito da Steven Carter (Lingua e letteratura inglese, State University of California, Bakersfield,  Constantin Frosin (Lingua e letteratura francese, Università “Danubius”, Galaţi; scrittore), Antonio Illiano (Lingua e letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (Storia del cinema e del video; Teoria e metodo dei mass media, Accademia di Belle Arti “Fidia”; scrittore), Mario Susko (Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).


 

‘900 e oltre

inediti  italiani  di  prosa  contemporanea

 

Introduzione di

Giuseppe Panella

 a cura di

Ernesto L’Arab e Roberto Pasanisi

Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

 l’incipit della Prefazione di Giuseppe Panella

L’ANIMA DEL RACCONTO

 “Le donne parimente e gli uomini tutti lodarono il novellare”

                                  (Giovanni Boccaccio, Decameron, Introduzione)

1. Tradizionalmente il racconto come genere letterario non gode buona fama presso gli editori. A tutti  coloro i quali si presentano con una raccolta di storie più o meno brevi, gli editori (dai colossi rampanti fino agli stampatori minimi) rispondono che il mercato non è interessato ai racconti e che sarebbe meglio dedicarsi alla stesura di un romanzo. Lo stesso Raymond Carver, uno dei più grandi scrittori americani di short stories nell’epoca del post-moderno, ha sempre ricordato come il primo anticipo ricevuto da un editore fosse relativo alla stesura di un romanzo che poi, ovviamente, non ha mai voluto (o potuto) scrivere. I testi brevi di narrativa non sembrano destare entusiasmi e successo di vendite rispetto alla più lunga narrazione articolata contenuta nei romanzi (anche quelli non legati a un genere specifico). Eppure, almeno in Italia, la tradizione del racconto sancisce e scandisce la nascita della prosa letteraria: che cos’è, infatti, il Decameron di Giovanni Boccaccio se non una raccolta di storie brevi tenute insieme da una cornice tutto sommato esile qual è quella dell’allegra brigata rifugiatasi in campagna per sfuggire alla terribile peste nera e che trascorre lietamente il suo tempo narrandosi storie più o meno intriganti? E lo stesso si può dire, mutatis mutandis, de Iracconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer che fin dal titolo reca inscritta la propria dimensione di narrativa breve affidata a diversi narratori che si alternano a raccontare per trascorrere meno noiosamente il tempo che impiegano a compiere il loro pellegrinaggio alla tomba di San Tommaso Becket. Alle origini della narrativa c’è dunque il racconto come genere letterario, già codificato e strutturato come tale. La narrazione breve è probabilmente l’esempio più antico che abbiamo di pratica letteraria definita. Nata con la tradizione orale dei popoli più antichi (e che non conoscevano ancora la scrittura), continuata dagli egiziani [1], dalle vicende di uomini e Dei nell’India sanscrita, dalle vicende favolose de Le mille e una notte, presente dappertutto (anche nelle culture precolombiane dell’America Latina), essa rappresenta sicuramente il primo tentativo di comunicare le proprie esperienze da parte di popolazioni in cui il sapere orale era maggiormente rappresentato rispetto a quello scritto. Passando a periodi temporalmente a noi più vicini, il racconto breve si afferma negli Stati Uniti quale forma egemone di narrativa per il grande pubblico a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Il suo scopo editoriale era quello di riempire brevi spazi di lettura sulla stampa periodica che cominciava ad affermarsi allora quale forma principale di intrattenimento letterario. Fino a tutta la prima metà del Novecento, il racconto breve sembra avere (almeno in America) la stessa importanza e la stessa dignità letteraria del romanzo presso il pubblico dei lettori. Lo stesso avviene in America Latina dove il racconto corto diventa una sorta di elemento “nazionale” della tradizione culturale dei paesi che la compongono, in particolare in Argentina (l’esempio di Jorge Luis Borges. magistrale autore di racconti fantastici e non,sembra esserne la migliore dimostrazione – e, d’altronde, proprio per questo, Borges si è sempre rifiutato di scrivere un romanzo!). L’età dell’oro della narrazione breve è, quindi, dalla metà dell’Ottocento alla Seconda Guerra Mondiale: in essa i periodici sono avidi di ospitare sempre più racconti insieme alle puntate dei romanzi d’appendice a favore di un pubblico che ha sempre più fretta. L’avvento della radio prima e dei mezzi di comunicazione di massa poi brucia la possibilità da parte dei racconti di essere forma di scambio di esperienze condivise o condivisibili ed è in questo contesto che il racconto sembra decadere dal punto di vista dell’interesse del pubblico più ampio. E’ per questo che il racconto sembra non attirare più gli editori. Ovviamente, tale discorso non vale per i critici e per gli studiosi di teoria della letteratura per i quali il racconto è un genere letterario che gode della stessa dignità e dello stesso interesse dei romanzi e della poesia. La crisi del racconto breve, dunque, è tale solo dal punto di vista dell’industria culturale e della sociologia che ad essa si accompagna.


[1] “La funzione della scrittura sul versante più “letterario” della religiosità egiziana può essere messa in relazione, oltreché alla natura particolare dei culti dei morti e al loro stretto legame con l’arte pittorica, alla qualità dei materiali utilizzati.” (Jack Goody, La logica della scrittura e l’organizzazione della società, trad. it. di  Piero Arlorio, Torino, Einaudi, 1988, p. 33). La società egiziana è la prima da noi conosciuta in cui scrittura e racconto sembrano essere strettamente intrecciati.

Giuseppe  Panella

Storia della Filosofia, Scuola Normale Superiore di Pisa

Roberto Pasanisi, italianista, scrittore, editore, giornalista e psicologo clinico, è nato a Napoli nel 1962.

Docente universitario di Lingua e letteratura italiana e di Psicologia clinica in Italia e all’estero, è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (del quale dirige anche le Edizioni omonime ed il Corso di Scrittura Creativa), della rivista “Nuove Lettere” e del CISAT (Centro Italiano Studî Arte-Terapia, dove è analista didatta, direttore dei corsi di Formazione e del “Giornale Italiano di Arteterapia”).

Ha pubblicato tre raccolte di versi (fra le quali Sulla rotta di Magellano, Napoli, Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 1996; prefazione da Giorgio Barberi Squarotti), due volumi saggistici (fra essi Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la modernità, Pisa-Roma, I.E.P.I., 2000) e circa trecento articoli in riviste specializzate italiane e straniere. Si occupa principalmente di metricologia (nell’àmbito della quale ha ideato la ‘metroanalisi’) e di psicologia della letteratura e, come autori, di Lorenzo Spirito Gualtieri, del D’Annunzio del Poema Paradisiaco, di poeti italiani del Novecento (Caproni e Pasolini specialmente), di Mallarmé. È uscito il suo romanzo Gli angeli, Salerno, Ripostes, 2004. Suoi racconti sono stati pubblicati in riviste letterarie e quotidiani.

Giuseppe Panella, nato a Benevento nel 1955, vive a Prato. Insegna Storia della Filosofia nella Scuola Normale Superiore di Pisa.

Si occupa prevalentemente di questioni relative al pensiero etico e politico e al suo intreccio con la dimensione estetica della società. Ha tradotto e curato un’antologia di scritti di Roberto Michels (Socialismo e fascismo, 1925-1934, con un inedito di Gaetano Mosca e un carteggio con Georges Sorel, Milano, Giuffré, 1991) e ha introdotto l’edizione italiana della Lettera sugli spettacoli di Jean-Jacques Rousseau (Palermo, Aesthetica Edizioni, 1995), l’Jcosameron di Giacomo Casanova (Milano, La Vita Felice, 2001) e Il paradosso dell’attore di Denis Diderot (Milano, La Vita Felice, 2002). È autore di saggi sulla teoria estetica e letteraria del Sublime, sul simbolismo francese, sul dandy in letteratura, su Heinrich von Kleist, Paul Valéry, Pier Paolo Pasolini, Georg Simmel, Lorenzo Lotto, Leonardo Sciascia, Jacques Lacan e sull’etica dell’ascolto (è coautore del Manuale dell’ascolto di Alessandro Guidi di prossima pubblicazione presso le Edizioni Clinamen). È redattore della rivista letteraria “Dismisura” e del bimestrale “École”. Poeta, è autore di sei volumi e di una cartella di poesia.

Antonio Berté è nato a Napoli, dove vive e lavora, nel 1936. Dottore in Lettere classiche e giornalista pubblicista, ha segnato – a partire dagli anni ’60 – un momento decisivo nella storia della pittura italiana contemporanea. Innumerevoli le personali ed i riconoscimenti in Italia e all’estero, nonché cataloghi  e pubblicazioni del e sul suo itinerario artistico (Commento a Kafka, ecc.). Pittore dell’anno nel 1970 e ’71, dal 1985 e Cavaliere al Merito della Repubblica e, nel 1986, ha ricevuto da Arte Europa il Trofeo Biennale di Venezia.

In copertina, il suo quadro Poesia.

L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI) (www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra — di plaquette — intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza; l’altra — di plaquette — diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane).

Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni) è costituito da Constantin Frosin (Lingua e Letteratura francese, Università “Danubius”, Galati; scrittore), Antonio Illiano (Lingua e Letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (Lingua e Letteratura italiana, Università Statale per le Relazioni Internazionali MGIMO, Mosca; direttore, Istituto Italiano di Cultura di Napoli; scrittore), Mario Susko (Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).

I edizione gennaio 2005 – Progetto grafico, copertina e logotipo delle ICI Edizioni: Roberto Pasanisi  – In copertina Poesia di Antonio Berté – Introduzione di Giuseppe Panella; Prefazione di Ernesto L’Arab; Postfazione di Roberto Pasanisi- 2005 – ISBN 88-89203-11-0.

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