Sud: missione Mediterraneo

Sud: missione Mediterraneo

Il Mezzogiorno ridiventa soggetto di pensiero

Analizzando la storia recente del Sud Italia appare fin troppo evidente il ruolo di emarginazione cui è stato condannato e, cioè, a quello di mercato ed area di produzione di braccia e menti da esportare.

I recenti cambiamenti politici, sociali ed economici, che stanno coinvolgendo l’Occidente ed, in parte, l’intero pianeta, offrono, oggi, un’opportunità irripetibile alle regioni meridionali per recuperare il prestigio e, soprattutto, quel ruolo di “ponte” e di “intermediario” tra Europa e Mediterraneo.

La storia del Sud, antica ed autorevole, è stata storia di prosperità fino a quando il mare è stato la via di comunicazione più importante per i commerci. Nel “mare nostrum” si svolgeva la gran parte degli scambi del mondo ed i popoli del Nord e del Mediterraneo si contendevano tenacemente quest’area geografica.

Oggi questo mare, collocato sul confine tra Sud e Nord del mondo, crocevia di tre continenti, è un’area di turbolenze etniche, sociali, religiose. La violenza del fondamentalismo islamico, le tensioni dei Balcani, i patimenti delle diverse popolazioni costrette a trasmigrazioni per sopravvivere, si rispecchiano ampiamente nelle sue acque.

Diventa, dunque, decisivo per l’Europa, onde evitare il diffondersi di violenti conflitti tra Occidente e Mediterraneo, recuperare quei rapporti di scambio tra culture, religioni ed economie. Ricreare una nuova area di crescita economica che si possa affiancare ed integrare con quella centroeuropea attraverso una strategia di sostegno successivo tra nuove aree di sviluppo.

L’Unione Europea, che è decisamente protesa verso Nord e verso Est, fortemente condizionata dal “protagonismo” della Germania unificata, non può e non deve essere una fortezza della civiltà occidentale che propone soltanto un modello unico da imitare. La chiusura al dialogo non può che rafforzare l’integralismo degli esclusi che, per sottrarsi alla subalternità culturale ed economica, alimenteranno un inevitabile scontro tra popoli.

In questo contesto il Mezzogiorno deve acquisire un proprio spazio, ritornando ad essere protagonista della politica mediterranea.

Il mare Mediterraneo non ha la dispersione oceanica né si presenta come luogo senza rive che ha rinunciato a qualsiasi casa e radice. Esso, anzi, si limita a separare le terre e si apre ad ogni possibilità di rapporti e di contatti: questo mare è un confine che produce solo un’interruzione del dominio dell’identità.

Ed è in questo rapporto, tra poleis diverse i cui abitanti hanno dentro di sé il mare, che il Sud deve riacquistare la propria essenza ed il proprio ruolo.Un Mezzogiorno che ridiventa soggetto di pensiero, che rifiuta di essere pensato e manipolato da altri, che non è più periferia sperduta e degradata dell’Impero.

I popoli delle “Due Sicilie”, hanno bisogno d’autonomia decisionale, di relazione e di potere di contrattazione sia con l’Europa sia con le regioni dirimpettaie del Mediterraneo, divise da confini di mare.

Un Mezzogiorno protagonista che, rivendicando la sua identità di pensiero ed azione, vero argine all’integralismo della competizione e del consumo, possa con la propria intelligenza realizzare il passaggio dall’epoca dei conflitti e dei pregiudizi a quella della pace, della reciproca accettazione e dello sviluppo sostenibile.

Antonio Gentile

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